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Patria

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Sono schiava Del mio essere zingaro Della mia voglia di cercare e trovare Della mia essenza viaggiatrice Della mia anima cosmopolita Potrei essere in tutti i posti Non posso. Voglio essere al suo fianco, è tardi? Voglio rispondere a tutte le domande Non posso Perché mi manca la sorella che c’è in lei Mi manca l’anima che non ho Mi mancano i figli che non potrò mai avere Un vuoto nell’anima Anima senza patria Patria senza anima Viaggio, torno, e non so Se quel viaggio finirà. Mi manchi.

L'altalena - Un pensiero per il mio nonno

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Un’altalena rossa e bianca di ferro che hai costruito per me. Ormai non c’è più, però io la rivedo e non la dimenticherò mai. i miei piedi toccavano gli alberi, però io arrivavo al cielo. E ridevo cercando di andare più forte, di andare più in alto. Ti vedevo nell’orto, ero felice. Un sorriso tranquillo, occhi chiari che mi controllavano, una voce accanto alla mia in giardino. Mi raccontavi della guerra, della Russia, dei tuoi amici, delle carote nell’orto, e mi prendevi in braccio con tenerezza. Mi ricordo il tuo viso, le tue mani, il vin brulé, le serate giocando a carte. Oggi 30 anni fa ci hai lasciato. Ti penso, non ti dimentico perché sei parte di me, dei miei ricordi più belli, di un’infanzia modello vissuta con nonni attenti e pieni d’amore. Grazie, grazie, grazie…

Ricordo di Pechino

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Una donnina con una gonna color fucsia e una giacca a stelline. Con i suoi occhi a mandorla mi manda sorrisi grandi e solari, e muove la mano salutandomi. La guardo con un sorriso pacifico, la saluto con lo stesso movimento della mano. La madre la gira pensando che mi stia disturbando. La piccola muove la testa dietro la spalla della madre per cercare il mio sguardo. Mi dice qualcosa nel suo linguaggio misterioso. Io la saluto ancora. Mi fa ridere. I suoi movimenti sono bruschi, addolciti dalle braccia della madre. I suoi capelli come seta nera, le sue manine piccole e rosacee, una tenerezza guardarla sorridere. Mi avvicino alla porta del ristorante Pronta per uscire. Mi rimetto a posto la sciarpa, la bambina diventa seria, una mano nella bocca, mi osserva. Le sorrido e le dico un ciao con la mia mano. Mi ricambia ancora il sorriso. Ora sono più vicino a lei, vedo occhi neri e profondi, una pelle di porcellana. ...