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L'inizio della fine

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Pallida come la luna, cammino per casa. Mi sento stanca, e dormo tanto, a lungo, ma non riposo. Sono tentata a urlare, mi manca la forza, mi manca la follia. Vedo alzarsi il sole, un altro giorno facendo lo sforzo di frenare l’istinto di piangere. Mi fa più paura il non sapere Che sapere che fa male. Una candela profumata, sempre accesa per darmi calore, il calore tenero di profumi lontani. Mi aiuta, mi da la sensazione di poter avvolgermi in luce e profumo. Se potessi salire alle stelle, poter vedere tutto dall’alto come un film accanto a lui sapere che il domani ha luce, ma non il sole, lui sempre splende per tutti, sempre, non importa. Ma che luce manca? Che calore manca? Sento voci lontane Il Natale a casa, la uscita della scuola, la metro dopo il lavoro, il bicchiere di vino dopo la classe di musica, dopo un concerto, o seduti la domenica sera a filosofare. Mi manchi vita normale, dove sei?...

Tempo

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Vividi ricordi nella notte pallida. Il tempo passa senza sosta. Mi spaventa. La notte si fa giorno in un sospiro, la mano si allontana poco a poco. Il tramonto ritorna. Il sole si fa freddo la luna mi riscalda. Il mare è tornato tranquillo. E la mia anima vaga nell’aria calda cercando qualcosa che mai troverà.

Ricordo di Pechino

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Una donnina con una gonna color fucsia e una giacca a stelline. Con i suoi occhi a mandorla mi manda sorrisi grandi e solari, e muove la mano salutandomi. La guardo con un sorriso pacifico, la saluto con lo stesso movimento della mano. La madre la gira pensando che mi stia disturbando. La piccola muove la testa dietro la spalla della madre per cercare il mio sguardo. Mi dice qualcosa nel suo linguaggio misterioso. Io la saluto ancora. Mi fa ridere. I suoi movimenti sono bruschi, addolciti dalle braccia della madre. I suoi capelli come seta nera, le sue manine piccole e rosacee, una tenerezza guardarla sorridere. Mi avvicino alla porta del ristorante Pronta per uscire. Mi rimetto a posto la sciarpa, la bambina diventa seria, una mano nella bocca, mi osserva. Le sorrido e le dico un ciao con la mia mano. Mi ricambia ancora il sorriso. Ora sono più vicino a lei, vedo occhi neri e profondi, una pelle di porcellana. ...

La finestra

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Mai dimenticherò quella finestra che dava al mare, che aprivi quando avevi caldo o quando volevi far entrare il sole. Mai dimenticherò quella finestra di legno chiaro, quasi antica, che vedevo quando aprivo gli occhi la mattina, l'ultima alla sera prima di spegnere la luce. Era la finestra dei ricordi dell’estate Dell’ultima estate accanto a te. Era la finestra di un mese felice, di aria che entrava tiepida la sera al tramonto. Se tornassi a rivivere quella vita, ti sveglieresti la mattina  e vedresti fiori rossi aprendo quella finestra, e sentiresti il rumore delle posate pronte per una colazione romantica, e il profumo di un caffè caldo, all’ombra di un olivo. Se tornassi, sarebbe diverso. Se tornassi, sarei diversa.