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Il mio paesino incantato

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Un giorno della settima tranquillo, il sole è già alto quando esco di casa, vestito leggero, occhiali da sole e la mia borsa. Pochi minuti e già mi trovo nel mezzo di un sogno spagnolo, un paesino come solo ce lo si può immaginare nei film vecchi, tipo quelli di Sofia Loren, solo che invece del sud Italia, siamo in Spagna. Il sole accarezza la strada macchiata da piccole ombre degli alberi grandi e verdi piantati sul marciapiede. Parcheggio dietro la chiesa in cima a una collinetta urbana. Impossibile parcheggiare sulla strada principale, i posti sono sempre pochi in confronto alle automobili che circolano. Decido di prendere un caffè, uno rapido tipo San Babila a Milano. Niente da fare, vogliono che mi siedo, sorrido, spiego alla barista che vado di fretta, non risponde e mi fa un cenno con la testa sorridendo. Riprendo la mia camminata, non hai quasi nessuno in giro. I vialetti di case vecchie curate e pulite quasi fanno invidia. Gerani e bo...

La colazione: sapore di casa

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Abbraccio l’aria del mare aprendo la finestra e sento un brivido di freddo attraversare il mio viso. Il sole è pallido oggi, il cuore è caldo, le mani gelide si accarezzano in un impeto invernale. Richiudo la finestra, sento miagolare la mia gattina, mi giro e la vedo osservarmi sopra lo sgabello di legno. Mi muovo verso la porta, mi segue facendo felice ogni mio passo, ricordandomi cosa significa il calore di qualcuno che mi aspetta. Entro nell’altra stanza, l’altro gatto mi saluta e mi accarezza le gambe col suo corpo morbido, il cane scodinzola aspettando la colazione, un bacio mi accarezza di sorpresa e una tazza di tè caldo mi aspetta sopra il tavolo. Un altro giorno comincia con amore, allegria e vita. Sono a casa, il mio cuore è a casa.

L'altalena - Un pensiero per il mio nonno

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Un’altalena rossa e bianca di ferro che hai costruito per me. Ormai non c’è più, però io la rivedo e non la dimenticherò mai. i miei piedi toccavano gli alberi, però io arrivavo al cielo. E ridevo cercando di andare più forte, di andare più in alto. Ti vedevo nell’orto, ero felice. Un sorriso tranquillo, occhi chiari che mi controllavano, una voce accanto alla mia in giardino. Mi raccontavi della guerra, della Russia, dei tuoi amici, delle carote nell’orto, e mi prendevi in braccio con tenerezza. Mi ricordo il tuo viso, le tue mani, il vin brulé, le serate giocando a carte. Oggi 30 anni fa ci hai lasciato. Ti penso, non ti dimentico perché sei parte di me, dei miei ricordi più belli, di un’infanzia modello vissuta con nonni attenti e pieni d’amore. Grazie, grazie, grazie…