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L'inizio della fine

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Pallida come la luna, cammino per casa. Mi sento stanca, e dormo tanto, a lungo, ma non riposo. Sono tentata a urlare, mi manca la forza, mi manca la follia. Vedo alzarsi il sole, un altro giorno facendo lo sforzo di frenare l’istinto di piangere. Mi fa più paura il non sapere Che sapere che fa male. Una candela profumata, sempre accesa per darmi calore, il calore tenero di profumi lontani. Mi aiuta, mi da la sensazione di poter avvolgermi in luce e profumo. Se potessi salire alle stelle, poter vedere tutto dall’alto come un film accanto a lui sapere che il domani ha luce, ma non il sole, lui sempre splende per tutti, sempre, non importa. Ma che luce manca? Che calore manca? Sento voci lontane Il Natale a casa, la uscita della scuola, la metro dopo il lavoro, il bicchiere di vino dopo la classe di musica, dopo un concerto, o seduti la domenica sera a filosofare. Mi manchi vita normale, dove sei?...

Al supermercato

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Un giorno quasi uguale agli ultimi 10 passati in casa. Metto la borsa in macchina, mi siedo e mi allaccio la cintura. È un buon momento per andare al supermercato, non ci sarà tanta gente, penso. La mascherina intorno al collo, mi metto i guanti di plastica monouso e accendo il motore. Neanche una macchina nella strada principale. Certo, non possiamo uscire. Una signora con una borsa della spesa sul marciapiede, va al supermercato piccolo vicino al parco giochi. Chissà se avranno tanta roba, sicuramente il parco giochi sarà vuoto. Entro al parcheggio del supermercato, relativamente pieno. Le persone si muovono come zombi con le loro maschere e imbacuccati nelle loro giacche e cappotti.  Un signore mi guarda mentre scendo dall'automobile, noto gli occhi tristi e preoccupati.  Prendo il carrello pensando che i guanti mi proteggeranno dai microbi e virus. La maschera mi da fastidio, ma penso che non importa, anche quello passa. Non c’è...