Ricordo di Pechino


Una donnina con una gonna color fucsia
e una giacca a stelline.
Con i suoi occhi a mandorla
mi manda sorrisi grandi e solari,
e muove la mano salutandomi.

La guardo con un sorriso pacifico,
la saluto con lo stesso movimento della mano.

La madre la gira
pensando che mi stia disturbando.
La piccola muove la testa dietro la spalla della madre
per cercare il mio sguardo.

Mi dice qualcosa
nel suo linguaggio misterioso.
Io la saluto ancora.
Mi fa ridere.

I suoi movimenti sono bruschi,
addolciti dalle braccia della madre.
I suoi capelli come seta nera,
le sue manine piccole e rosacee,
una tenerezza guardarla sorridere.

Mi avvicino alla porta del ristorante
Pronta per uscire.
Mi rimetto a posto la sciarpa,
la bambina diventa seria,
una mano nella bocca,
mi osserva.

Le sorrido e le dico un ciao con la mia mano.
Mi ricambia ancora il sorriso.
Ora sono più vicino a lei,
vedo occhi neri e profondi,
una pelle di porcellana.

La madre si gira,
mi sorride e muove la testa per salutarmi.
Ricambio il saluto.

Esco,
un vento freddo mi taglia il viso.
Il mio sorriso rimane sul mio viso gelato,
mi scalda il ricordo di quella bimba bellissima.
Vivo il momento.
Vivo la vita.

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